martedì 29 settembre 2009

Tsunami alle Samoa


Tsunami alle Samoa ... in pochi attimi onde alte 5 metri raggiungono, come tentacoli di una piovra dei Settemari, paesi, villaggi, vite di persone pacifiche.

Come si può pensare che un paradiso come questo possa scatenare improvvisamente l'inferno?

Spaventa e uccide anche solo l'idea che la natura possa rivoltarsi contro l'uomo, che le appartiene profondamente.

martedì 22 settembre 2009

L'Era Glaciale 3 - glaciale davvero!

L'Era Glaciale-L'alba dei dinosauri sbanca i botteghini dopo quasi un mese dal suo debutto.
Sopra "Basta che funzioni" di Woody Allen, sopra Pelham. Soprattutto c'è voglia di ridere. o se non altro di svagarsi.
Sì perchè come tutti i sequel anche questa possiamo definirla ... poco fortunata?

I mammut Manfred e Ellie mettono su famiglia, la tigre Diego ha una crisi "di mezza età" (che fa molto Blasco) e Sid, in preda a un dubbio sulla propria sessualità, viene pateticamente rapito dalla madre di tre uova di cui lui si è appropriato per un improvviso desiderio di maternità (forse un riferimento al diritto di adozione delle famiglie omossessuali e dei single?!)

Animazione straordinaria (la pelliccia dei mammut Manny e Ellie hanno la consistenza di un manto vero e proprio), doppiaggio soddisfacente (Bisio è ancora la voce del bradipo Sid?).

Mi chiedo però: la storia dov'è?

Aldilà di qualche battuta divertente (ammetto che l'idea di chiamare tre uova Gustuovo, Tuorlino e Chiara è geniale) l'introduzione del nuovo personaggio - Buck - non mi sembra così entusiasmante. Un po' pirata dei Caraibi e un po' bambino sperduto di Peter Pan, ma, fino in fondo, Buck... cos'è???
Non dico come animale (furetto?, faina?) ma cosa rappresenta?
Forse la triste metafora di quegli uomini che non sanno o non vogliono crescere, né sono in grado di assumersi le proprie responsabilità in un mondo reale?

A tirare sù il mood della story sono gli intermezzi dello scoiattolo Scrat con l'altra new entry, la Scoiattolina. Ovvero, la classica dimostrazione di quanto il potere femminile sappia rimbecillire un uomo al punto (sì perchè c'è un limite) di fargli dimenticare se stesso e le sue priorità. E come tali, intendo quella ghianda-birretta post calcetto con gli amici-xbox, playstation etc... che attende, fedele, il suo compagno di mille peripezie.

E'un cartoon e come tale và preso, ma, a dirla tutto sono uscita dal cinema cantando "Mi piaci se ti muovi" e sentendomi dire: questa era l'Era Glaciale, non Madagascar!"

Questa Era Glaciale mi ha glaciato.

domenica 20 settembre 2009

Sondaggione: Qual è l'Età di Milano?


Sondaggione: Qual è l'Età di Milano?

L'Antica Roma, la Valle dei Templi e i suoi dei ad Agrigento, Venezia con l'Accademia di San Rocco ... e Milano?

Cioè, a Milano c'è stato tutto e ci sono stati tutti, ma secondo voi, in quale Età da "libro di Storia" mettereste la città della Madonnina?

Dite la vostra con un click, in basso a destra.

Il Liberty è di casa a Porta Venezia


Cercavo "Biblioteca Porta Venezia" ed è venuto fuori...gnocco fritto, fiorentina, carne... e Turnè...No, no!

Siete mai incappati in via Frisi, via Melzo,via Malpighi?

Esattamente dietro all'Hotel Diana Majestic, capolavoro cento-unario della Belle Epoque milanese, si trova un quartiere dove le palazzine sono rimaste ferme a un secolo fa, decorate da motivi fiorati in pietra e mosaici di belle, padane (nel senso di contadine, un po' mondine) donne intente a cogliere grappoli d'uva.
Per chi è pratico di Milano parlo delle vie alle spalle del Panino Giusto di Porta Venezia, o di Pizza Ok... Insomma, in pieno centro, a due passi dal baccano del Corso (Buenos Aires), si trova un incredibile nucleo di palazzine deliziose con i loro balconi incisi da fiori, foglie e racemi di vite.

Punto focale di questo luogo è una palazzina bassa, oggi Biblioteca, qualche anno ricovero per ambulanze...

Una zona residenziale di estrema eleganza, con il calcestruzzo dell'architettura che rendono le abitazioni di ieri alberi di una foresta cittadina allora agli albori del progresso di oggi.

Per una descrizione più accurata dei palazzi Liberty nella zona di Porta Venezia a Milano, vi coniglio questo sito: http://www.msacerdoti.it/edifici.htm, da accompagnare a una visita al quartiere (naturalmente!).



E se il galeotto andasse al mare?


Giocare ai pirati sulle isole che furono luogo di detenzione oggi sono capolavori di arte e integrazione culturale

Lo so, sono mancata un po’ in questi giorni … mi sono dedicata alla lettura di “In Asia” di Tiziano Terzani, e ho avuto modo di riflettere sul fatto che moltissimi luoghi tra i più belli d’Italia, ma non solo, sono stati terra di reclusione.
Mi spiego meglio. Siete mai stati su un’isola così affascinante da volerne sapere tutta ma propria tutta la storia? E vi è mai capitato di scoprire che la vostra isola è stata il “rifugium peccatorum” di galeotti, malfattori, relegati in mezzo al mare perché non nuocessero più a nessun abitante della terraferma.

A me è successo quest’estate.

Leggo di Sakhalin*, un’isola antistante alla costa orientale russa e a soli 40 km dall’arcipelago nipponico. Da sempre terra di conquista per via dei suoi immensi bacini minerari e le foreste di conifere, Sakhalin si è vista prima dividere fra U.R.S.S. e Impero del Sol levante, per poi essere assoggettata dalla bandiera comunista fino al 1989. Con la caduta della cortina di ferro si sono aperte le frontiere, e dal 1989 qualche primo turista l’ha potuta raggiungere dal Giappone- In realtà si tratta di una terra di nessuno. Il suo nome significa in cinese – furono loro i primi a raggiungerla oltre mille anni fa – “la terra dei diavoli vaganti” e un antico anatema antico l’ha resa sterile per qualunque futuro conquistatore. Una “terra al confine del mondo” con nessuna speranza per assassini, rivoluzionari e prostitute che vi venivano relegate ancora fino a oltre 60 anni fa, mentre oggi Sakhalin è un giacimento straordinario per oro nero, pesca e allevamento, da esplorare per chi vuole andare alla ricerca dei luoghi in cui si avventurarono anche Anton Cechov e Tolstoj e èper chi vuole ritrovare i propri avi.

Ma senza andare così lontano, anche l’Italia ha le sue Isole per galeotti. Ne avevo “sentito parlare sui libri”: l’Isola di Montecristo, L’Asinara - colonia penale e isola magnifica con i ciuchini albini (se vi capita, costeggiatela in barca a vela!) – ma non conoscevo San Nicola, primo obiettivo del mio recente viaggio alla scoperta della Puglia.

Dopo un’ora di attesa alla banchina di Termoli e un’altra di viaggio, finalmente l’approdo all’Isola di San Domino,la maggiore delle Isole Tremiti e, giusto di fronte a questa perla verde attorniata da un’acqua color opale, ecco San Nicola. Non c’è verso, io voglio arrivare lì.
Giro in barchino in tutto e per tutto turistico (non mancano gli esempi classici dell’”italiano in vacanza” – dalla famiglia del sud che urla “un applauso al comandante”, alla coppietta innamorata estasiata dal colore del mare, alla tettona rifatta-nonostante-tutto-non-mi-scompongo, alle vecchiette ancorate alla barca che dicono “signur che belo”. San Nicola si avvicina con la sua microscopica spiaggetta e le mura che risalgono la china del monte.

Come un crociato, voglio espugnare quell’isola, unica delle Tremiti che rechi tracce di storia e vita. Il comandante del barchino ci avvisa che San Nicola è stata costruita dai monaci benedettini, e che d’inverno è abitata da solo 20 persone. Nonostante il caldo, decido di andare oltre.
Risalgo lungo il lastricato medievale, oltrepasso la prima porta dedicata al valore dei guerrieri contro i Saraceni (l’atavico conflitto Cristianesimo – Islam) e mi imbatto nel minuscolo centro abitato. Lì si fermano i turisti, io voglio vedere la chiesa. La chiesa di Santa Maria a Mare è un capolavoro dell’arte e dell’integrazione: pavimento musivo, soffitto ligneo dipinto e un crocefisso bizantino. Ma c’è molto di più: risalendo l’isola attratta dal paesaggio marino sempre più alto e mozzafiato, scopro un’incessante serie di chiostri e biblioteche, pozzi, di epoca diversa. Dal Rinascimento al ‘700, fino all’epoca di Omero. Pare che qui sia stato sepolto niente meno che l’eroe greco Diomede – da cui l’altro nome di “Diomedee”. Dall’alto si scorgono le isole del Cretaccio e della Vecchietta. Pare che nelle notti di tempesta si vedano qui i fantasmi di una poverina che fila, e di una condannato, con la testa sotto al braccio, che vi venne decapitato per avere provato un’inutile fuga.

Le Tremiti sono gioiello di smeraldo e opale immersi nella solitudine e nel silenzio. Oggi preziosi per i vacanzieri alla ricerca di relax, ma un tempo tutto ciò era motivo di sofferenza e privazione.
Pianosa è lontana e disabitata, la terraferma ancor di più. Scopro allora che anche qui vennero detenuti prigionieri e avversari politici fin dalla colonia penale istituita nel XVIII secolo, napoletani tratti dai bassifondi obbligati a ripopolare l’Isola, libici e persino i confinati partigiani (c’era anche Sandro Pertini).

E allora, per mantenere un ricordo sereno di un luogo incantevole ma pieno di dolore, manifestato con speranza nelle sue espressioni d’arte e architettura, penso a questa immagine: e se il galeotto se ne fosse andato al mare?.

*Tiziano Terzani, “In Asia”, TEA, 2008

martedì 15 settembre 2009

Facebook và a teatro a 10 euro


Solo 10 euro per assistere alla Boheme. Splendido! Dove???

Accade al Teatro Comunale di Bologna, la cui direttrice marketing, Patrizia Sughi, ha ideato un'iniziativa unica, pensata per i giovanissimi e gli utenti di Facebook.

Fino al 15 ottobre i Facebooker potranno assistere alla Boheme di Puccini per la cifra irrisoria di 10 euro. Dopo l'aumento dei prezzi di cinema (8 euro a Milano!) pizza e aperitivi, Bologna pensa a un modo intelligente per avvicinare i giovani appassionati di "cultura moderna" alla cultura tradizionale, aiutandoli a varcare la soglia forse pizzosa dell'Opera.

Aldilà dell'abbattimento del costo - veramente interessante - e dell'astuta strategia marketing, il Teatro Comunale felsineo credo abbia davvero un ambizioso obiettivo: superare i pregiudizi sulla vecchiezza del mondo della Cultura e mostrare l'universalità del Teatro dei Grandi.

Basti guardare la Locandina (qui in alto) straordinariamente contemporanea: la chiocciola non rimanda agli scaloni manieristi del Centro Italia???

Per informazioni, ecco il sito del Teatro Comunale di Bologna: www.comunalebologna.it/
fonte: Ansa.it

Diario di un’informatica imbranata

Odio la spocchia con cui gli esperti informatici ti ascoltano quando tu li chiami, in preda al terrore, perché il tuo pc non và.

Mi è capitato poco fa. Sono lì che sto avviando il mio piccolo e nuovo notebook con l’entusiasmo di chi ha qualcosa di nuovo da scrivere quando … stop rete. Le pagine girano su loro stesse e tu con trepida attesa non aspetti altro che il momento in cui la tua ricerca si palesi davanti ai tuoi occhi. Ecco, la clessidra, la rotellina, il tempo che passa e, e, e… pagina non disponibile! Ma come, io sono disponibile ad abbandonare carta e calamaio, ti do una possibilità, e la pagina non vuole essere disponibile.

Allora faccio il 155 (le pubblicità di Fiorello saranno pur valse a qualcosa, al di là delle sue gag sempre esilaranti), e mi risponde un tizio, suo malgrado, sereno e gentile. Una voce un po’ da San Luigino… di quelli un po’ pieeeeeemontesi con la camicia abbottonata fino al collo e quel capello un po’ appiccicato sulla fronte che non dà l’idea di saperne granchè. Ma, fortuna sua, il suo lavoro limita il contatto col cliente al telefono. Si presenta. Si mostra cortese, disposto ad ascoltarmi.

Io. Un diavolo dagli occhi assatanati e la voce disperata che sa di essere caduta nella vortice dell’Inferno. So che farò una figura tremenda, di quelle che si leggono nelle mail- catena e in cui si leggono le abominevoli richieste dei clienti (tipo: la mia stampante non stampa – ok, ha provato ad accenderla? – grazie, non ci avevo pensato!).

Io sono così!!! Io sono quel tipo di cliente e allora, conscia dei miei limiti, lo avviso con tono simil cortese – ma di queli che sanno che presto o tardi cadranno nel torto marcio: “ Le premetto che di pc non so niente. Ho l’adsl ma da sabato ho messo il wi fi. Ora non mi funziona”

E lui: “Perfetto, mi dia il numero di telefono e controlliamo. Inserisca il cavo di rete nel Lan e verifichiamo la sua connessione locale”.

Io. Le fiamme dell’inferno si attizzano, mia sorella che passa di lì viene scaraventata fuori dalla camera e in preda all’isterismo urlo: “cosa devo fare? Io ho comprato una scatola bianca, serve?”.

Va beh, non sto a scendere nei particolati di questa raccapricciante scenetta: mentre lui, esausto, mi dà indicazione chiedendomi persino i modelli e la descrizione di quello che mi trovo davanti agli occhi e fa persino una pausa di qualche minuto staccando la cornetta per chiedere pietà e relax, io lo adulo – come ogni donna informatica imbranata sa fare - congratulandomi per la sua pazienza e augurandogli il Paradiso (lui risponde: “in tanti me l’hanno detto, grazie…)

Dopo una serie di “signora si calmi”, “mi descriva cosa vede”, provi a connettersi” e via discorrendo il pc si anima e con sua immensa gioia conclude: il suo è un problema locale, deve chiedere a un tecnico di risolverlo da lì, noi non prestiamo questo servizio.

Ah, sì???Mi sbologni così? Va bene, questa l’hai vinta tu … ma domani ti chiamo e parliamo un po’ di Caravaggio … che ne pensi?????

domenica 13 settembre 2009

Le mie "colonne"


Non sono ancora sicura di volere l'arrivo dell'autunno ... insomma, bellissimi i colori caldi delle foglie e quegli aranciati delle chiome degli alberi. Danno un so che di antico e deliziosamente impressionista ma con l'estate c'è un qualcosa in più. Penso subito al tempo passato a osservare il bello delle piazze e delle città popolate da noi giovani che, come gli abitanti di una volta, vivono il forum per arricchirlo delle proprie voci concitate. Penso alle colonne di San Lorenzo, ancora nel V secolo d.C. chiesa extra urbana di una Mediolanum capitale dell'Impero Romano d'Occidente e quest'anno inaspettato punto di rifwerimento delle mie vacanze.

Oggi molti del "popolo della notte" non sanno che cosa siano quelle colonne, e non badano alla porta medievale che introduce a sua volta in un mondo di qualche secolo più antico... ma si è ancora tutti lì, a popolare il piazzale di una chiesa come sempre meno accade nelle grandi città di oggi (i piccoli centri no, è chiaro, vivono ancora del "barre", il bar e l'uscita dalla Messa).

Toccherà godere delle ultime passeggiate "in quel delle colonne" e fotografare il momento in cui la bella San Lorenzo verrà scorta dalle falde di un ombrello in un tardo pomeriggio d'autunno ...

venerdì 11 settembre 2009

Vogue Fashion Night a Milano


Ieri sera ho partecipato alla Vogue Fashion Night, la nottata dedicata alla moda e delllo shopping.

Mai vista una Milano così bella e vitale nel senso più spensierato del termine ... nemmeno durante la settimana delle sfilate, che sfruttano la bellezza di palazzi storici della città come location per le nuove collezioni.

A questo proposito, mi sono posta una piccola considerazione.

Chi ha avuto modo di vivere la Milano Moda Donna o situazioni simili ha visto una Milano letteralmente invasa da modelle e personaggi dello star system, in cui sono state coinvolti anche eminenti nomi della cultura nostrana.
Ieri sera i migliori creativi - Armani, Prada, Alberta Ferretti, Cavalli - solo percitarne alcuni, hanno dato il meglio di sè nella creazione di nuovi capi e accessori dedicati alla serata-evento.

Ma di gallerie e luoghi della cultura aperti nemmeno l'ombra. Quindi, esattamente all'opposto di quello che capita in occasione di una normale e attesa "notte bianca", in cui tutti i promotori culturali e aggregativi danno fondo alle proprie energie per "far cassa" e clienti.

Ieri sera, a Milano, le gallerie di Corso Monforte, i musei di via Manzoni e Montenapoleone ... chiusi ...

Eppure ho visto un sacco di "strappone e strapponi" appoggiati alle porte del PoldiPezzoli con un Martini in mano.... chissà, magari se avessero trovato aperto ....

Bongiorno alla Triennale ... l'Arte "non è un Paese per vecchi"


Leggo i quotidiani e tutti riportano la notizia della marea di persone che da ieri sta affollando il Palazzo della Triennale a Milano per rendere l'ultimo omaggio a Mike Bongiorno. Il Palazzo della Triennale??!! Che c'entra uno dei templi dell'arte e del design contemporaneo con "il re del quiz?"

Va bene salutare il "Signor Mike", come amiamo chiamarlo in famiglia, ma di primo impatto la scelta del Palazzo dell'Arte di Aldo Manuzio (1933) mi è parsa quanto meno insolita.

E invece, continuando a leggere i quotidiani, vado a scoprire che proprio la Triennale è stato uno dei primi studi televisivi del tubo catodico italiano. Gli ambienti puri in cui oggi vengono ospitate le opere di mostri sacri del contemporaneo, nel 1953 erano la location di ”Arrivi e Partenze”, primo programma italiano del Signor Mike.

La scelta della Triennale sembra allora la conclusione ovvia per il protagonista - sperimentatore della TV, una delle forme di comunicazione e cultura (sia pur pop) fondamentali in Italia dal Dopoguerra a oggi.

E a ben pensarci, l'Arte è altrettanto comunicazione, sperimentazione, creatività..

Schermi e televisori non vengono usati ancora dagli artisti di oggi nelle loro magiche installazioni?
Non voglio dire che Mike fosse un artista nè è lui il soggetto di questa mia riflessione, ma pensare alla nascita della Tv negli stessi anni e negli stessi luoghi in cui un Lucio Fontana vi sperimentava i suoi Ambienti Spaziali con neon luci e tubi ...
Quanto doveva essere emozionate?

Un universo di idee ancora da esplorare e, in bianco e nero, il volto rassicurante di un conduttore "Alleato" ...

Oggi parlare di Triennale significa sopratutto rimandare al suo Cafè. Molto glamour, espressione magnifica del genius loci di un luogo che ha mantenuto nei suoi oltre 70 anni di storia un'atmosfera di creatività e gusto per il "nuovo che funziona che sa essere funzionale".

Ma continuo a trovare triste il fatto che di tutto questo non ci si accorga, soprattutto perchè ormai ARTE-MODA-GLAM sono incredibimente collegati.

Andare al Cafè della Triennale significa trovarsi in un ambiente lounge dove fare incontri interessanti (e non mi riferisco solo a professoroni...avete mai visto gli studenti di moda e design? :-) )
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Sì perchè l'Arte "non è un Paese per vecchi"! Sapevate che l'Old Fashion Cafè è ricavato dai magazzini della Triennale?
E che il"traliccio" di Corso Sempione davanti al Just Cavalli è la "Tour Eiffel" meneghina" ovvero la mitica Torre Branca, dal 1933 uno dei simboli del progresso di Milano!? Ancora oggi è visitabile per una cena o un drink con vista mozzafiato sui tetti e la Madonnina.

Ma Milano è ricchissima di location d'arte e glam. Basta alzare il naso e scoprirle!



giovedì 10 settembre 2009

Benvenuti !!!


3 .. 2.. 1... via! Uff, ce l'ho fatta.
Buttarsi nell'oscuro mondo della rete non è che sia semplice per una purista del "carta e penna" come la sottoscritta. Fosse per me esisterebbero ancora la piuma d'oca e il profumo della pergamena, quella invecchiata dal tempo e corrosa dagli anni...
"Apri un blog" - "scrivi di te" ... sarà mica facile?!
Ragazzi, io parlo con le immagini, sono un patita di Arte, è tutto ciò che mi rappresenta di più. Ma anche l'Arte ha da sempre sfruttato le sue tecnologie migliori... quindi ... p-ART- iamo?